Dyneema: il futuro
Molti di voi sapranno che i giubbetti antiproiettili sono realizzati in misto Kevlar e reti metalliche. Pochi perA? sapranno che oggi anche questo materiale A? stato superato. Infatti la continua ricerca militare ha portato alla scoperta del Dyneema ancora piA? resistente (100% in piA?) del giAi?? rivoluzionario predecessore. Questo materiale, 15 volte piA? forte dellai??i??acciaio, A? stato reso pubblico (declassificato) da pochissimo tempo ed A? ad oggi il miglior materiale per la protezione balistica, infatti fornisce protezione anche contro colpi obliqui, raffiche e oggetti appuntiti..
Il Dyneema A? una fibra di polietilene originariamente studiato per usi in campo aerospaziale e non A? suscettibile allai??i??attacco da parte di microrganismi o umiditAi??, pertanto non subisce danni di alcun tipo a contatto con acqua o sudore. Il suo punto di fusione A? intorno ai 150Ai??Ai?? e non subisce danni a temperature comprese tra -150Ai??Ai?? e 80Ai??Ai?? circa.
Mentre i tradizionali giubbotti antiproiettile non sono in grado di fornire unai??i??adeguata protezione contro armi automatiche, a meno di continuare ad aggiungere un sempre maggior numero di strati, questo nuovo materiale ci riesce grazie alla sua particolare struttura unidirezionale (senza punti di incrocio) che fa sAi?? che ogni strato assorba buona parte dellai??i??energia del proiettile prima che questo passi allo strato successivo. Il trauma da impatto A? notevolmente ridotto grazie alla grande aderenza tra uno strato e lai??i??altro.
Kevlar: il presente
Nonostante il Dyneema sia una realtAi?? giAi?? da alcuni mesi il Kevlar A? attualmente la soluzione piA? diffusa. La domanda sorge spontanea: perchA? non usare lai??i??acciaio? In fin dei conti un vassoio o una portiera di alluminio riescono a parare un proiettile di piccolo calibro e lai??i??acciaio non dovrebbe aver problemi nel fermare un calibro maggioreai??i??
Il problema nasce dal peso e dallai??i??assenza di flessibilitAi?? di questo materiale, dovuto anche allo spessore necessario per parare un colpo di medio calibro di arma da fuoco. Indossare un giubbetto di acciaio non solo limita enormemente i movimenti, ma pesa incredibilmente. E non A? nemmeno pienamente efficace.
Il Kevlar al contrario A? leggero, flessibile (A? un tessuto a base di resina arammidica) e molto resistente (piA? dellai??i??acciaio). Le sue peculiaritAi?? sono la resistenza al taglio e alle alte temperature, oltre ovviamente ai proiettili. Per questo viene usato anche nel settore civile per la realizzazione di scarponi e tute da sci antistrappo.
Il Kevlar A? due volte piA? leggero del cuoio e offre una protezione dal calore fino a 500Ai??Ai?? inoltre non si deforma a quelle temperature (altri materiali si restringono). Infine A? cinque volte piA? resistente del cuoio al taglio.
Vetri antiproiettili: Lexan
Al contrario del Kevlar il Lexan non A? flessibile, viene infatti usato nelle case e nelle automobili. Lai??i??uso nei caschi A? limitato agli artificieri, in quanto le squadre antiterrorismo preferiscono una piccola quantitAi?? di rischio aggiuntiva alla forte distorsione ottica prodotta dalle spesse visiere in questo materiale.
Il Lexan non A? altro che una fibra di policarbonato utilizzata per diversi scopi grazie alla sua resistenza oltre che agli urti anche ad agenti chimici e intemperie. A spessori alti diventa pressochA? indistruttibile, nelle banche viene usato anche fino allo spessore di 6 cm. Nulla riesce a penetrare, rompere un vetro di quello spessore: le prove mostrano che i proiettili di pistola lo scalfiscono appena, mentre quelli di fucile ne rendono necessaria la sostituzione. Ma nessun proiettile riesce a penetrare prima di almeno tre colpi nello stesso punto, e per una pistola (anche di grosso calibro) non bastano venti colpi (A? sottinteso che queste prove sono state realizzate da esperti e la pericolositAi?? di una tale operazione A? altissima in quanto i proiettili rimbalzano indietro). Nemmeno i fucili caricati a pallettoni riescono a perforarlo, sebbene riescano a scheggiarlo in piA? punti dando lai??i??impressione che stia per cedere, tuttavia nemmeno diversi colpi consecutivi riescono a sfondarlo.
Dopo piA? colpi ripetuti il Lexan tende a fratturarsi in piA? pezzi, ma difficilmente si lascia attraversare.
Il Lexan e altri materiali simili possono resistere anche allai??i??urto contro i proiettili di unai??i??arma automatica di medio calibro, a patto ovviamente di avere un certo spessore, che comunque solitamente non rappresenta un problema su veicoli blindati.